PRIMA STAZIONE
LA CONDANNA
Lo Storico
I soldati, intrecciata una corona di spine,
gliela posero sul capo
e gli misero addosso un mantello di porpora.
E Pilato disse: «Ecco l'uomo!».
TUTTI
Crocifiggilo! Crocifiggilo!
Sia messo a morte!
Il Narratore
L'Innocente tace! Ha tutti contro.
Li hanno pagati per dire menzogne,
per fare passare da criminale
chi non ha mai fatto del male,
chi ha dato la vista ai ciechi, l'udito ai sordi,
la salute ai lebbrosi...
L'Innocente è condannato,
venduto prima del giudizio.
Non giudicate e non sarete giudicati.
Non condannate e non sarete condannati.
È lontana l'eco della sua parola.
Perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato.
Tutto è contro di Lui.
TUTTI
Non tutto! Non tutti!
Signore in te vediamo
gli Innocenti del mondo
condannati senza pietà
per odio razziale, perché immigrati,
scomodi, della razza dei poveri,
degli operatori di pace,
dei profeti del Vangelo.
«Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro».
Salmo 51
SECONDA STAZIONE
GESÙ È CARICATO DELLA CROCE
Lo Storico
E i soldati, inginocchiandosi davanti a lui,
lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!»,
Sputandogli addosso,
gli tolsero di mano la canna,
lo percuotevano sul capo.
Ed egli, portando la croce,
si avviò verso il luogo
dove l'avrebbero crocifisso.
Il Narratore
Si accaniscono su di Lui!
Sono in tanti contro uno solo, povero, nudo,
che si è caricato il male del mondo.
Quando un uomo è condannato,
non c'è pietà, non esiste voglia di capire,
di andare oltre la facciata.
Non esiste più vita privata, tutto è pubblico.
Gesù non è colpevole!
Lo hanno accusato ingiustamente.
Ma la canea urlante non si arresta: grida,
insulta, sputa e Gesù tace, non si difende.
Con il silenzio condanna la violenza,
la vigliaccheria di uomini dal cuore di pietra.
TUTTI
Signore, ti rubano anche la dignità,
la calpestano come calpestano la dignità
di chi è rifugiato in un campo di raccolta,
di chi vive in periferie degradate
dove è impossibile costruire rapporti
di serena convivenza, una pace tra poveri.
«Sì, le mie iniquità io le riconosco
il mio peccato mi sta sempre dinanzi».
Salmo 51
TERZA STAZIONE
GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA
Lo Storico
Si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori...
Egli è stato schiacciato
per le nostre ingiustizie.
Il Narratore
La giustizia ha sorgente nel cuore,
fiorisce nella verità e nella carità,
si alimenta nella coscienza
È qualcosa di misterioso, di divino:
«Se uno ti dà uno schiaffo
sulla guancia destra tu porgigli anche l'altra,
a chi vuole portarti in tribunale
e toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello».
Gesù cade sotto il peso
delle mille ingiustizie che si consumano
nelle aule di un tribunale,
tra le pareti di casa, di una scuola,
di un centro di aggregazione,
tra amici, tra paesi, tra nazioni.
TUTTI
Signore, il dolore innocente ci disorienta.
Il dolore innocente pare cosa assurda.
Tu cadi e nessuno ti solleva,
batti le ginocchia, il capo
e nessuno ti solleva.
Signore, liberaci dalle ingiustizie
che opprimono, feriscono, uccidono.
«Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
Così sei giusto nella tua sentenza,
retto nel tuo giudizio».
Salmo 51
QUARTA STAZIONE
GESÙ INCONTRA LA MADRE
Lo Storico
Simone a Maria, madre di Gesù, disse:
«Dio lo ha posto come segno
di contraddizione e anche a te una spada
trafiggerà l'anima».
La Madre di Gesù
Non pensavo che diventare madre di Gesù
sarebbe stato l'inizio del mio soffrire.
Forse è così per tutte le mamme
fin dal travaglio del parto.
Io ero diventata la madre
di un condannato a morte,
la madre di tutte le madri addolorate,
sole, senza speranza.
Madre di chi vede il figlio partire da casa
e non tornare,
madre di giovani sulla strada, in carcere,
sui campi di battaglia, nella violenza,
in fuga dalla vita.
TUTTI
Madre di chi soffre fame e miseria,
di bimbi malati e feriti nel corpo.
Madre di tutti i poveri cristi,
ma anche di coloro che danno senso
alla vita nel servizio degli altri,
nel costruire rapporti d'amore,
nell'impegno quotidiano nello studio
e nel lavoro.
La benedetta tra le donne ora è l'insultata,
la compatita, l'umiliata.
Il suo è il dolore di tutte le mamme
del mondo.
«Ecco nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu gradisci la sincerità del mio intimo
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza».
Salmo 51
QUINTA STAZIONE
L'INCONTRO CON IL CIRENEO
Lo Storico
Mentre lo conducevano via, i soldati
fermarono un certo Simone di Cirene
che tornava dai campi,
e gli misero addosso la croce
da portare dietro a Gesù.
Il Narratore
Temono che muoia per strada.
Sarebbe grave.
La giustizia di Roma è severa:
il condannato deve arrivare alla croce,
morire su di essa. Si cerca un volontario
che porti la croce per lui.
Simone è uno straniero,
primo di una schiera di non credenti,
non cristiani, non cattolici,
che si carica il dolore di un crocefisso.
Non sa neppure chi è lo sconosciuto
ma porta, forse costretto,
forse preso da pietà per il povero Cristo,
per sua madre che gli cammina accanto.
TUTTI
Simone, con il tuo gesto,
ci metti in difficoltà.
Sono troppi i popoli e le persone
che portano croci infinite
nell'indifferenza nostra.
Attendono che qualche cireneo
senta il debito dell'amore e il dovere
di schierarsi dalla parte dei perdenti,
degli ultimi della Vita.
«Aspergimi con rami d'issopo e sarò puro,
lavami e sarò più bianco della neve».
Salmo 51
SESTA STAZIONE
IL VELO DELLA VERONICA
Lo Storico
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire.
Il Narratore
Una donna lo ferma, gli asciuga il volto
con un velo di compassione.
È della donna essere accanto a chi soffre,
con la parola, con una passione fedele,
portando la croce con loro.
Il suo è un gesto semplice
che risponde alla voce del cuore.
Non sappiamo chi sia,
è una donna che sparisce
nell'anonimato
come tante donne a servizio degli altri:
in un ospedale, in un lebbrosario,
tra gli anziani, in lande deserte e aride,
tra bimbi e bimbe dal ventre gonfio
dalle speranze oscurate.
TUTTI
È una testimonianza d'amore
che ci aiuta a credere nell'amore.
Se è facile un gesto, più difficile
moltiplicare il gesto
in una continuità che non lascia solo
chi ha bisogno di essere sostenuto
nella malattia o nell'abbandono.
«Distogli lo sguardo dai miei peccati
cancella tutte le mie colpe».
Salmo 51
SETTIMA STAZIONE
GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA
Lo Storico
Gesù sulla via della Croce
cade ancora una volta:
l'Innocente è ridotto in stato
da far pietà, è sanguinante
per le battiture che hanno segnato
il suo corpo. Cade ma si rialza.
Anche all'Innocente morire
è più difficile
che nascere e vivere.
Il Narratore
Allora Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me,
prenda la sua croce e mi segua».
TUTTI
Signore, tu vuoi che portiamo la Croce
camminando insieme a te.
Ma di fronte al mistero del Dolore
cadiamo prima ancora di portare la croce!
Ci sembra così duro soffrire...
Perché soffrire? Perché morire?
Che senso ha il nostro pianto,
il nostro dolore?
Tu dici che il Dolore è misura dell'amore.
Forse è questo che ci trattiene
dall'amare come tu ami.
«Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo».
Salmo 51
OTTAVA STAZIONE
IL PIANTO DELLE DONNE SU GESÙ
Lo Storico
Tra la gran folla, lo seguivano alcune donne
che si picchiavano il petto
e facevano lamento di lui.
Ma Gesù disse loro: «Non piangete su di me,
ma piangete su voi stesse
e sui vostri figli».
Il Narratore
Si sta compiendo il sacrificio di un giusto,
di un debole, di un povero.
È un sacrificio che si ripete ogni giorno,
è il peccato del mondo:
la sopraffazione, l'umiliazione
del povero, del debole, del giusto.
Non basta piangere sull'Innocente,
occorre fare penitenza,
cambiare nell'intimo noi stessi.
Sono tante le mani che si abbattono
sull'Innocente.
TUTTI
Sono le mani dell'uomo
che conta il denaro disonesto,
di chi applaude le prepotenze dei violenti,
di chi spoglia i poveri,
di chi scrive contro la verità,
di chi ferisce i cuori dei poveri Cristi.
«Non scacciarmi dalla tua presenza,
non privarmi del tuo spirito».
Salmo 51
NONA STAZIONE
GESÙ CADE LA TERZA VOLTA
Lo Storico
Era come un agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori
e non aprì bocca.
Per l'iniquità di molti fu percosso
con violenza...
L'Innocente cade la terza volta.
Il Narratore
Per comprendere l'amore dell'Innocente,
bisogna guardarlo sulla via della Croce.
Cade, a fatica risolleva lo sguardo,
gli occhi puri sembrano quelli di un bimbo,
dei bimbi che ogni giorno muoiono a migliaia
mentre attorno a loro v'è silenzio,
indifferenza, gelo.
È Cristo l'Innocente il bimbo malnutrito,
quello che vive in baracca,
sulle strade della città,
chiedendo un'elemosina.
È lui la vittima di soprusi,
chi salta in aria sulle mine antipersona,
costruite non per uccidere
ma per creare zoppi, sciancati, ciechi, idioti.
TUTTI
Ci vogliono molti colpi di martello
per configgere un chiodo,
molte spine per formare una corona
e noi facciamo parte di questa umanità
che non ama i bimbi e le bimbe,
complice del male commesso nel mondo
contro fiori strappati troppo presto
dall'albero della vita.
«Rendimi la gioia della tua salvezza
sostienimi con uno spirito generoso».
Salmo 51
DECIMA STAZIONE
LO SPOGLIANO DELLE VESTI
Lo Storico
Giunti sul Calvario presero le sue vesti
e ne fecero quattro parti, una per ciascuno.
La tunica era senza cuciture,
tessuta da capo a fondo.
Dissero perciò: «Non stracciamola,
ma tiriamo a sorte, a chi tocca».
Il Narratore
Lo spogliano delle vesti,
Lui che aveva rivestito i gigli del campo
e ogni erba del prato.
Cristo spogliato è l'uomo senza diritti.
Dove l'uomo muore
non c'è posto per cose inutili.
Sul suo corpo nudo tutti possono leggere
il segno del suo amore,
dell'amore non riamato, non capito,
calpestato, deluso, umiliato.
TUTTI
L'Innocente, il Dio Uomo, non assomiglia
più a Dio e neppure a un Uomo.
È l'immagine delle moltitudini
che in ogni angolo della terra
subiscono l'ingiustizia che li degrada,
immagine dell'Amore tradito,
di storie mai narrate
di donne vendute, sfruttate,
stigmate di sofferenze inaudite
che feriscono il corpo e l'anima
della Donna nata per essere ponte
tra Dio e l'umanità
e spogliata della sua dignità.
«Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno».
Salmo 51
UNDICESIMA STAZIONE
GESÙ INCHIODATO ALLA CROCE
Lo Storico
Era l'ora terza quando lo crocifissero.
Con lui crocifissero due ladroni,
uno alla destra e l'altro alla sinistra.
E si adempì a Scrittura che dice:
«Fu annoverato tra due ladroni».
Il Narratore
La morte in croce è la più atroce
tra tutte. È l'agonia del mondo intero.
Su quel legno muoiono
tutte le vittime della storia.
L'Innocente è coricato sopra la croce.
Lo inchiodano. Il martello sul chiodo,
il chiodo dentro la carne, dentro l'osso,
dentro il legno. La mano destra sanguina,
la mano che benediceva, la mano che guariva.
Poi, la sinistra, che non sapeva
ciò che donava la destra.
Poi i piedi, uno sopra l'altro.
Drizzano la croce. Un dolore immenso.
Ridono, osano ridere, qualcuno bestemmia.
A fianco dell'Innocente,
uno dei due ladroni lancia un grido...
TUTTI
Signore, ricordati di me,
quando sarai nel tuo regno.
«Oggi sarai con me in Paradiso!».
Hai guardato al mio cuore,
hai visto la mia voglia di salvezza,
la mia fede, la mia speranza.
Mi hai perdonato! Come me,
i rassegnati della terra, gli esclusi,
chi non ha più lacrime per piangere.
«Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode».
Salmo 51
DODICESIMA STAZIONE
GESÙ MUORE SULLA CROCE
Lo Storico
Vedendo sua madre e accanto a lei
il discepolo che egli amava, Gesù disse
a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio».
Poi al discepolo. «Ecco tua madre»...
Poi con un forte grido: «Padre, nelle tue mani
affido il mio spirito». E chinato il capo, morì.
Il Narratore
Tiene niente per sé, ci dona anche sua Madre.
Muore solo.
Maria, la madre di Gesù
Gesù muore solo, come un malfattore,
lui l'Innocente, il Figlio di Dio.
Muore come se le sue labbra avessero detto
tutte le bugie del mondo,
pronunziato milioni e milioni di bestemmie,
d'insulti e di calunnie, di offese;
come se le sue mani avessero ucciso,
accoltellato, torturato, violentato
milioni di persone nelle innumerevoli guerre
della storia, in maltrattamenti, in rapine
e violenze quotidiane, familiari.
TUTTI
Sei lì in alto. Chi ti guarda, è salvo.
Il Ladrone ti guarda ed è salvo.
Pietro ti guarda ed è salvo.
Il Centurione romano ti guarda ed è salvo.
I poveri ti guardano e sono salvi.
Noi ti guardiamo, salvaci, Signore!
Perdonaci se abbiamo peccato
contro il Cielo e contro di Te.
«Uno spirito contrito è gradito a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio,
non disprezzi».
Salmo 51
TREDICESIMA STAZIONE
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
Lo Storico
Vennero i soldati da Gesù,
vedendolo già morto,
non gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati gli trafisse il fianco
e subito uscì sangue ed acqua.
Dopo di ciò Giuseppe d'Arimatea domandò a
Pilato di portare via il corpo di Gesù.
E Pilato diede il permesso.
Andò dunque e depose il corpo di Gesù.
Il Narratore
Il condannato a morte
doveva essere buttato in una fossa
fuori dal campo dei morti, dei giusti.
Giuseppe d'Arimatea non lo lascia in pasto
ai corvi, agli uccelli dell'aria.
Fa dono a Gesù del suo sepolcro,
nel quale nessuno era stato sepolto.
Viene deposto dalla croce
nelle braccia della Madre Maria.
È un nuovo Natale che porta
un nome adorabile: la Pietà.
TUTTI
Povero Figlio,
come te l'hanno consegnato!
Non è giusto un mondo in cui muore
prima l'Agnello della Pecora,
prima il Figlio della Madre.
Maria
Ecco la serva del Signore! Si faccia di me
secondo la Tua volontà.
«Nella tua bontà, fa' grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme».
Salmo 51
QUATTORDICESIMA STAZIONE
GESÙ NEL SEPOLCRO
Lo Storico
Giuseppe prese il corpo di Gesù
e lo avvolse in un lenzuolo candido
e lo depose in un sepolcro tagliato nella roccia.
Poi rotolò una grande pietra
all'imboccatura del sepolcro e se ne andò.
E già splendevano le luci del sabato.
Il Narratore
Uno dei Capi andò da Pilato: «Signore,
ci siamo ricordati che quell'impostore
aveva detto quando era vivo,
che sarebbe risorto dopo tre giorni!
Non vorremmo che i suoi discepoli
aprissero il sepolcro e portassero via
il suo corpo per far creder alla gente
che sarebbe risorto!».
Ti chiediamo un gruppo di guardie
per custodire la sua tomba.
TUTTI
Signore, hanno paura di te
anche dopo la morte!
I segni che hai dato loro:
la resurrezione di Lazzaro,
la guarigione del cieco nato,
la salute a dieci lebbrosi,
a nulla sono serviti.
Anche i discepoli erano nascosti,
impauriti, delusi.
Tutto sembra finito
ma noi abbiamo bisogno di credere
che la morte non è la fine di tutto.
«Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l'olocausto e l'intera oblazione».
Salmo 51